- "Puccini entra nel cuore
della gente. La sua sensibilità, capace dei
- superbi frutti operistici che
tutti conosciamo, la possiamo ritrovare e
- riscoprire, in nuce, anche nella
terra fertile dei suoi vent'anni.
- Per certi versi è ancora più
intrigante, e alla luce del poi, commuovente,
- godere di queste sue partiture
giovanili, germogli che pur non avendo
- l'astuzia compositiva figlia
dell'esperienza, pur destreggiandosi tra impeti
- e cagionevolezze, hanno in sé
la forza travolgente, il marchio evidente del
- puro genio.
- Sono molti i motivi che fanno,
di questa mia presenza concertistica a Fano,
- un appuntamento cui tengo
particolarmente, un'occasione professionale e
- personale che vivo con gioia e
con particolare impegno.
- Perché sono in una località
che amo molto: a Fano si respira il profumo
- della storia, da Giulio Cesare a
Carlo Magno, al governo pontificio. Proprio
- come nella mia Toscana, qui il
passato e il presente convivono, entrambi
- gloriosi, in una civiltà che si
mostra nei monumenti e nei palazzi storici
- ma anche nell'attualità delle
manifestazioni culturali, dell'accoglienza
- turistica, della qualità di
vita.
- Perché canto in un
teatro-gioiello, che propone una risposta acustica
- ineccepibile e che, in ragione
delle sue vicissitudini storiche, oggi può
- vantare un'esteriorità
ottocentesca (che si sposa magnificamente col
- repertorio proposto nel concerto
di chiusura della stagione) e un cuore
- tecnologico viceversa moderno.
- Perché condivido
l'interpretazione di una partitura che ho già frequentato,
- cui sono molto legato, con
colleghi di prim'ordine che sono anche amici
- cari, di lunga data: il podio di
Marcello Rota, il baritonoGianfranco
- Montresor, entrambi artisti con
i quali ho condiviso tante avventure
- artistiche e umane.
- Perché, infine, la "Messa
di Gloria" è porzione di un programma intenso e
- coerente, che coinvolge tra
l'altro "Crisantemi", elegia che contiene una
- delle melodie più struggenti e
commuoventi dell'intero corpus pucciniano
- (melodia che ritroveremo
peraltro nel finale di "Manon Lescaut"). Vorrà
dire
- che, quando non sarò impegnato
a cantare, mi mimetizzerò fra il pubblico per
- ascoltare!"
- Andrea Bocelli